La chimica verde, o green chemistry, nasce originariamente come soluzione per ridurre l’impatto dell’industria nei confronti dell’ambiente.

Il problema del forte inquinamento ambientale, in particolare quello dell’aria e dell’acqua, ha spinto di conseguenza i grandi enti governativi, la grande industria ed il mondo della chimica, a sviluppare politiche di controllo internazionali accettate.

Infatti, la chimica verde non è un ramo separato della chimica, ma un approccio che riguarda le fasi di sviluppo dei processi. L’obbiettivo è quello di ridurre al minimo i consumi, gli sprechi energetici e di favorire l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.

La storia della chimica verde

Una prima definizione, o formulazione, di questa tipologia di approccio possiamo ricondurla ai primi anni trenta del 900’, negli Stati Uniti, dove nacque un movimento denominato Chemiurga.

Questa corrente faceva riferimento al settore industriale dell’Agrochimica. Nel dettaglio, si proponeva di sviluppare prodotti industriali attraverso l’utilizzo di materie prime agricole naturali, utilizzando risorse naturali e senza causare un impatto negativo all’ambiente.

Successivamente, nel 1991, fu coniata la locuzione vera e propria, dal docente dell’università di Berkley Paul Anastas. Questa fa riferimento ai processi con cui si fa innovazione scientifica e tecnologica con lo scopo di eliminare l’utilizzo di procedure e sostanze pericolose per l’ambiente e l’uomo.

Quindi, per fare maggiore chiarezza, nel 1998, John C. Warner e Paul Anastas hanno enunciato i 12 principi per guidare l’industria chimica. Si tratta di una lista di criteri di azione, orientamento e priorità che insieme concorrono a stabilire i concetti fondanti della chimica verde.

I 12 principi della Chimica Verde

  1. Prevenzione dei rifiuti.
    È meglio prevenire i rifiuti piuttosto che trattare o ripulire i rifiuti dopo che sono stati creati.
  2. Atom Economy.
    I metodi sintetici dovrebbero essere progettati per massimizzare l’incorporazione di tutti i materiali utilizzati nel processo nel prodotto finale.
  3. Sintesi chimiche meno pericolose.
    Ove possibile, i metodi sintetici dovrebbero essere progettati per utilizzare e generare sostanze che possiedono poca o nessuna tossicità per la salute umana e l’ambiente.
  4. Progettazione di prodotti chimici più sicuri.
    I prodotti chimici dovrebbero essere progettati per preservare l’efficacia della funzione riducendo al contempo la tossicità.
  5. Solventi e ausiliari più sicuri.
    L’uso di sostanze ausiliarie dovrebbe essere reso superfluo ove possibile e, se usato, innocuo.
  6. Progettazione per l’efficienza energetica.
    I requisiti energetici dovrebbero essere riconosciuti per i loro impatti ambientali ed economici e dovrebbero anche essere ridotti al minimo. I metodi sintetici dovrebbero essere condotti a temperatura e pressione ambiente.
  7. Uso di materie prime rinnovabili.
    Una materia prima o una materia prima dovrebbe essere rinnovabile piuttosto che esaurirsi ogni volta che è tecnicamente ed economicamente fattibile.
  8. Ridurre i derivati.
    La derivatizzazione non necessaria dovrebbe essere minimizzata o evitata se possibile, poiché tali passaggi richiedono reagenti aggiuntivi e possono generare rifiuti.
  9. Catalisi.
    I reagenti catalitici sono superiori ai reagenti stechiometrici.
  10. Design for Degradation.
    I prodotti chimici dovrebbero essere progettati in modo tale che al termine della loro funzione si decompongano in prodotti di degradazione innocui e non persistano nell’ambiente.
  11. Analisi in tempo reale per la prevenzione dell’inquinamento.
    Le metodologie analitiche devono essere ulteriormente sviluppate per consentire il monitoraggio e il controllo in tempo reale durante il processo prima della formazione di sostanze pericolose.
  12. Chimica intrinsecamente più sicura per la prevenzione degli incidenti.
    Le sostanze e la forma di una sostanza utilizzate in un processo chimico dovrebbero essere scelte per ridurre al minimo il rischio di incidenti chimici, inclusi rilasci, esplosioni e incendi.

Il futuro della Green Chemistry

L’insieme dei principi presentati definisce con precisione i fondamenti della Chimica Verde. Negli anni, però, questo concetto ha assunto sempre più nuovi significati. La chimica si evolve, così come i prodotti per l’industria ed emergono nuove tecnologie, puntiamo su fonti rinnovabili e risparmio energetico. In conclusione, il mondo sta andando avanti e la chimica verde sta diventando una priorità crescente, grazie allo sviluppo di nuove soluzioni per un’ambiente e un futuro più sostenibili.