Per un possessore di auto diesel, trovare un valido distributore di Adblue non è così semplice.

Data la grande diffusione del prodotto e il conseguente sviluppo di soluzioni di bassa qualità, è possibile incorrere in un distributore che dispone di soluzioni poco sicure.

Infatti, una cosa che non tutti sanno è che non basta la dicitura Adblue riportata sull’etichetta a rendere affidabile il prodotto.

Ci sono però alcuni fattori che ne garantiscono la qualità, il più importante dei quali è la certificazione ISO.

Ma scopriamo come è possibile distinguere distributori Adblue sicuri da quelli meno validi e perché è così tanto importante questa differenziazione.

Distributore Adblue: la presenza della certificazione come primo requisito

Con la crescita della domanda di Adblue, sono purtroppo comparse sul mercato anche soluzioni di qualità e affidabilità discutibile sia in termini di efficacia nella tutela dell’ambiente sia per quanto riguarda la sicurezza per il veicolo.

Ricordiamo che Adblue nasce con l’obiettivo di ridurre gli ossidi di azoto prodotti dai motori diesel, compito che svolge in modo eccellente, ma soprattutto nel pieno rispetto della vettura.

In questo le soluzioni contraffatte di Adblue spesso peccano: poco efficaci nel salvaguardare l’ambiente e spesso causa di problemi ad alcuni componenti dell’auto come catalizzatore o iniettori.

In questo senso verificare la presenza della certificazione ISO 22241 può rappresentare un porto sicuro: questo certificato viene difatti rilasciato dalla Verband der Automobilindustrie (la casa automobilistica che detiene il marchio Adblue) solamente a fornitori e aziende che rispettano le scrupolose procedure di produzione e gestione del prodotto.

Per questo motivo gli additivi Adblue che riportano questa sigla vanno considerati come prodotti sicuri e di qualità.

Si consiglia perciò di verificare che il distributore Adblue di riferimento disponga di Adblue certificata.

Fattori secondari da considerare: metodo di produzione, produttore e prezzo

Come anticipato, la presenza della certificazione è indice di qualità.

Ci sono però anche altri elementi che si possono prendere in considerazione nella scelta di Adblue.

Una grande distinzione da riconosce, rilevante nella decisione del distributore Adblue, riguarda il metodo di produzione dell’urea, elemento fondamentale di questo additivo.

L’urea, che costituisce il 32,5% dell’Adblue, si suddivide tra quella prodotta per sintesi e quella per dissoluzione.

La prima modalità di produzione citata garantisce alta qualità del prodotto e non vi è rischio di contaminazione della sostanza: perciò la produzione per sintesi dovrebbe essere preferita alla produzione per dissoluzione.

Altro fattore da prendere in considerazione è il produttore di Adblue: meglio optare per brand conosciuti e stimati per la qualità dei loro prodotti.

In questo caso la marca diventa garante dell’efficienza del prodotto e difende da additivi mediocri.

Un ultimo segnalatore della validità di Adblue è il prezzo.

Seppure trovare il prodotto ad un costo vantaggioso possa sembrare allettante è necessario diffidare in presenza di promozioni eccessive.

Un distributore Adblue che offre un prodotto ad un prezzo particolarmente discostante rispetto alle altre alternative sul mercato può suggerire la scarsa qualità della soluzione; meglio indirizzarsi verso prodotti meno economici che però garantiscono efficacia e sicurezza del veicolo prevenendo da possibili futuri costi di manutenzione.